Dal Big bang all’Homo stupidens

Facendo leva sulle peculiarità e sulla versatilità dei due interpreti, lo spettacolo, un omaggio alla pedagogia teatrale di Pierre Byland e Mareike Schnitker, fa emergere i codici di una teatralità e di una drammaturgia in cui il corpo dell’attore viene messo in primo piano.
I due protagonisti, per capire meglio le teorie elaborate dal professore, spingono all’estremo la loro capacità di comprensione e il legame (al tempo stesso scientifico e burlesco) con l’antropologia, l’esistenzialismo e il dadaismo, permette loro di osservare la natura umana, con la sua fragilità, la sua stupidità e con delicatezza affrontare I grandi temi come la vita e la morte.
L’homo sapiens contemporaneo, ansioso di certezze, è costretto a dimostrare continuamente di aver capito. L’homo stupidens è l’emblema dell’ingenuità e della fragilità umana, non finge la stupidità, non si compiange e accetta l’incertezza: è attonito e con l’umiltà disarmata dell’antieroe impiega tutte le sue risorse per cercare di capire. Il pubblico ha l’occasione di riconoscersi e di ridere si sé, dei propri limiti e dei propri fallimenti.
Per i due autori l’umorismo è una chiave di lettura, ai loro occhi è necessario tornare alle origini e recuperare la capacità di stupirsi di fronte agli eventi della vita, ritrovando gli aspetti ridicoli e naïf, senza preoccuparsi della propria reputazione.

Dal Big bang all’Homo stupidens

Autori e interpreti
Enrico Ferretti e Gerardo Mele

Regia: degli autori in collaborazione con Pierre Byland e Mareike Schnitker
Disegno luci:Jacopo Sidari
Durata dello spettacolo: 60 minuti circa
Coproduzione: Compagnia Tiziana Arnaboldi (CH), Teatro San Materno (CH) Ass. Clown
Sensibile(I), Festival Internazionale FINC di Taormina (I).

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