Homo Stupidens
L’Homo Stupidens non ha ancora sviluppato una mente moderna, la sua educazione è all’inizio, è primitiva, è stupidens.
Come danzatore per molti anni ho desiderato fare spettacoli di successo, ma non sempre ha funzionato, presto però mi è stato chiaro che proprio la ricerca del successo era il vero problema.
L’incontro con Pierre Byland e il “nuovo clown teatrale” segna un vero e proprio cambio di direzione, verso una dimensione più spirituale dello stare in scena: non sono lì per mostrare la mia abilità o le mie capacità, ma per essere così come sono, e nell’autenticità mi sono sentito vivo.
Non potevo immaginare la forza del teatro, nel vivere ciò che chiamiamo «fiasco» o «fallimento»: d’un tratto nella mente non c’è più nulla, tutto è andato via, non c’è più il proprio tornaconto, il prestigio, la reputazione da salvare. È il completo abbandono, è l’Homo Stupidens ed ho incontrato le emozioni per viverle.
Vivere è la vera rivoluzione del nuovo clown, con una visione più ampia e una mente leggera, e proprio da questa leggerezza è nato il Clown Sensibile.







